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EMME REPORTS

Osservare un’opera d’arte significa aprirsi alla voce e al pensiero di qualcun altro, di una persona che noi reputiamo capace di insegnarci qualcosa; perciò si definisce l’autore Maestro. Quest'idea è ancor più vera se l’artista appartiene ad una cultura diversa dalla nostra, perché oltre la propria voce ci introduce ad una filosofia e a un differente modo d'intendere e spiegare la vita. Oggi occorre non solo aprirsi, ma anche conoscere i tratti essenziali di un'altra cultura perché EmmeReports Arte incontra Navid Azimi Sajadi.  Abbiamo già conosciuto le opere del Maestro persiano nell'articolo su “Oriente e Occidente Allegorie e simboli della tradizione mediterranea”. Ora gli chiediamo di introdurci nel mondo misterioso e simbolico della sua arte.  

 

Come nasce il suo universo figurativo, antico, complesso e straordinariamente articolato? 

“Nella mia vita ho tentato di amalgamare storia, simboli, culti e differenti culture attraverso la mia esperienza personale: sono persiano, il mondo mediterraneo l’ho acquisito successivamente, ma con il passare degli anni dentro di me queste culture si sono fuse, trovando una loro omogeneità. Cerco di armonizzare l’arte mediorientale con il mondo occidentale, la letteratura mistica persiana, i riferimenti religiosi e mitologici dal mondo antico con i segni della società contemporanea: sono i confini di questo spazio metaforico dentro i quali scorre il mio lavoro. È come se, utilizzando una chiave di lettura contemporanea, rappresentassi un atlante visivo che va dall’Asia minore fino al Mediterraneo. Con i simboli creo un racconto polifonico che porta lo spettatore dentro la mia esperienza personale, vissuta tra Oriente e Occidente”.  

 

Perché i simboli sono così importanti? 

“Le immagini e i simboli volano e viaggiano tra noi e le geografie, si incrociano fra le culture e intrecciano la storia dei popoli; si sposano, emigrano, cambiano l’identità e i loro significati mutano in base alle necessità dell’epoca e alla geografia politica. Come il pensiero e la letteratura i simboli ci dominano e noi navighiamo da una cima all'altra di queste montagne culturali che spuntano dal Mare Nostrum e ci sembrano isole, mentre hanno radice comune e sono parti di un unico corpo. Tutti i segni, dai geroglifici al QR code, dai graffiti delle caverne alla Street art, sono la nostra autobiografia e ci ricordano come abbiamo partecipato alla danza cosmica”. 

 

Parliamo ora della Sicilia araba e normanna, ancora oggi nei parchi a Palermo sembra d'essere immersi in un'oasi carezzata dal vento. Perché la palma è diventata un simbolo importante? 

“La palma ormai rappresenta la vegetazione tipica di Palermo, è un simbolo di vittoria e richiamo religioso. Secondo un detto arabo, questa pianta cresce con la testa al sole e le radici nell’acqua, è un segno di vita nelle vaste distese del deserto e simboleggia così la rinascita. Nella Sicilia araba, però, la palma diventa elemento di giardini sontuosi e fiabeschi, in cui pullula la vita. Nei giardini vivevano molte specie di animali, dai pesci agli uccelli, ma solo uno spiccava per la sua grande bellezza: il pavone. Nel disegno di un vaso ho raffigurato un pavone che diventa anche una palma: sono entrambe figure rappresentate nei mosaici e la loro combinazione celebra al meglio l’arte arabo normanna. Una leggenda Sufi ci racconta che Dio creò lo spirito sotto forma di un pavone, dalle gocce del suo sudore nacquero tutti gli altri esseri. L’aprirsi della sua coda è il simbolo dello spiegamento cosmico dello Spirito; facendo la ruota esprime la grandezza dell’universo attraverso i suoi cento occhi, che sono stelle, sole, luna e l’intera volta celeste”. 

 

Palermo, oltre al ricordo dei giardini arabi popolati di pavoni, ha anche un altro uccello simbolo. Cosa rappresenta? 

“L’aquila è il riferimento storico allo stemma degli Altavilla, ma esprime anche il rapporto tra gli uccelli magici la vegetazione e gli alberi. È un rapporto ormai dimenticato ma evidente nei capitelli e nei mosaici del tempo normanno; l’aquila è anche ‎Sīmurgh: la Fenice. Nella mitologia persiana l'uccello Sīmurgh viveva sull'albero dei Semi, da cui erano generate tutte le piante selvatiche; quest'albero e quello dell'Immortalità crescevano vicini. Simurgh, posandosi sui rami, aiuta la caduta dei semi a terra e diffonde la vita naturale; è una suggestione ma anche Palermo, circondato dalla Conca d’oro, può essere figlia di questo mito: una terra fecondata dai continui doni della Fenice”. 

 

La palma, gli uccelli magici e la terra opulenta sono simboli di cui ancora sentiamo la forza, altri invece ci sono rimasti estranei. Lo scorpione, ad esempio, forse perché è un essere legato al deserto? 

“Può essere. Purtroppo in alcune culture occidentali lo scorpione ha un’aura negativa, in quelle mediorientali non sempre è così. Per i popoli dell'antico Egitto e del Tibet questo animale è simbolo di protezione contro i nemici e per questo si indossavano amuleti a forma di scorpione. Per me invece è un riferimento personale, il mio segno zodiacale, ma rappresentarlo mentre trascina via una casa diventa un riferimento autobiografico, legato alla perdita di mia madre”. 

 

Nelle sue opere vediamo anche elementi tipici delle pratiche devozionali? 

“Sì, mi ha sempre colpito e affascinato la tradizione culturale delle cappelle con gli ex voto e ho cercato di citarla nei miei lavori dove troviamo alcune forme anatomiche, come la gamba, la testa, il cuore. Nei miei disegni questi elementi sono affiancati ad altri oggetti, come case o aquile: tutti assieme costituiscono il mio ex voto personale”. 

 

Può farmi un esempio di un simbolo che non ha riscontrato così spesso nella nostra tradizione figurativa? 

“Sì, le farfalle: in molte culture sono metafora della metamorfosi completa, così come accade nel passaggio dalla vita verso la morte. Per questo motivo in Persia diventano simbolo dei trapassati e degli Avi, per via delle fasi che l’animale attraversa. Il processo di metamorfosi è un ciclo che ben descrive l'evoluzione della nostra anima”. 

 

Comprendere che i nostri simboli non sono esclusivi e che il loro significato ci appartiene comunque, pur nelle sottili differenze di tradizioni e linguaggi, è la chiave di un'identità culturale più antica e vasta, capace di unire universi apparentemente inconciliabili. Una porta che si apre per noi, attraverso l'iridescente bellezza delle ceramiche di  Navid Azimi Sajadi.

Massimiliano Reggiano 2020

Art Dubai 2020, https://www.artdubai.ae/#

اثر هنری و آخرالزمان / روایت نوید عظیمی سجادی از نمایشگاه "ایسِجسیس" در ساختمان کندوان

سرویس تجسمی هنرآنلاین: نوید عظیمی سجادی در نمایشگاه اخیر خود با عنوان "ایسِجسیس" در ساختمان کندوان به بیان تجربه­‌های خود از  مرگ می­‌پردازد او در توضیح نحوه شکل‌گیری ایده این نمایشگاه گفت: "ایسجسیس" پرو‍ژه­‌ای است که دو سال برای پردازش آن زمان گذاشته­‌ام، شروع پروژه با یک اتفاق همراه بود و در حقیقت آغاز این پروژه یک رخداد اتوبیوگرافیک بود و در پی تجربه­‌های زیسته من در رابطه با مرگ بود. وقتی وارد مرحله تولید اثر شدم تغییر مسیر دادم و به متون مذهبی ورود کردم. آیین­‌های مختلف، کتاب­‌های مقدس و متون فلسفی که اشاره­‌هایی به شرایط آخرالزمانی داشتند را مورد بررسی قرار دادم و از نشانه­‌هایی که نمایاننده و نشانگر سمبولیک و استعاری از روایت­‌های آخرالزمانی یا آپولَپتیکال و ابدیت بودند، استفاده کردم.

پس از شروع پروژه،‌ من شروع کردم به بازخوانی آرشیو بزرگ تصویری که در این سال­‌ها عکس گرفته بودم و یا طراحی کرده بودم، آرشیو تاریخ هنر و سمبول­‌های آیینی و غیره. به نوعی به بازنگری و بازتولید نشانه­‌ها پرداختم و تلاش کردم تصویری به بیننده ارائه بدهم که روایتی غیر مستقیم اما معاصر از شرایط آخرالزمانی باشد.

تعریف "ایسِجسیس"؛ فرآیند تفسیر یک متن یا بخشی از متن را به طریقی که فرایند پیش فرض­‌ها، برنامه­‌ها، و یا تعصبات خود را به متن و بر روی آن معرفی می­‌کند است؛ عظیمی در این باره گفت: ایسجسیس کلمه­‌ای است که با کلمه اکسجسیس معنا پیدا می­‌کند. ایسجسیس یعنی تفسیر به رأی و اساساً در مورد متن اتفاق می­‌افتد. در واقع یک تفسیر آکادمیک و مشخصی از یک متن، تصویر یا پدیده وجود دارد و برای خواندن درست یک متن از این تصویر نباید تخطی کرد و نباید بدعتی در آن بیاوریم. اما ایسجسیس تفسیر به رأی است و مخاطب با توجه به بحران­‌های شخصیتی، اقلیم و تجربه شخصی به نحوی با پدیده روبرو می­‌شود و آن را دوباره در ذهن باز تفسیر و بازخوانی می­‌کند.

Navid azimi- Sakhteman Kandovan (1)

نوید عظیمی در طراحی ایده اثرش جریانی را دنبال می­‌کند و ترجیح می­‌‌دهد جریان ایجاد شده در ذهنش را به چند بخش تقسیم کند و در مراحل متناوب به تفصیل به آن بپردازد. او در این مورد توضیح داد: این پرو‍ژه را به چند بخش تقسیم کردم و هر بار گروهی از طرح­های‌‌ام را اجرا می­‌کنم و به نمایش می­‌گذارم. برای هر دوره از کارهایم وا‍ژه کنش (Act) را انتخاب کردم. اکت واژه­‌ای است که در مورد کارهای نمایشی به کار می­‌رود، در اصل آثار من به نوعی وضعیت تئاتری دارد. مثل این­که پرده باز می­‌شود و مخاطبان با روایتی چند پرده­‌ای مواجه هستند و روایت من یک روایت تصویری است و در پایان هر کنش (اکت) پرده بسته می­‌شود و مخاطب باید در انتظار پرده بعدی باشد. دیدن اکت­‌های قبلی موجب می­‌شود مخاطب دریافت بهتری از نمایشگاه حاضر داشته باشد. در استرات‍ژی تولید کار، بیننده با یک جمله­‌ای مواجه می­‌شود که هر واژه این جمله بیش از سه یا چهار معنی دارد. در حقیقت واژه­‌ها با توجه به فرهنگ­‌ها، آیین­‌های مختلف و فرهنگ­‌های تصویری گوناگون، تفسیر متفاوتی خواهند داشت و انسان­‌ها با توجه به بستر زیست خود برداشت­‌های متفاوتی از این واژه­‌ها دارند.

در این نمایشگاه حجم­‌ها و چیدمان ایسِجسیس در کنار هم قرار گرفته‌اند و با هم یک جریان را می­‌سازند. صحنه­‌ای که از کنار هم قرار گرفتن این آثار به وجود آمده است فضایی ساکن از نشان­ه‌ای مذهبی در ادیان مختلف را ایجاد کرده است. عظیمی دراین باره توضیح داد: آثار حجمی به نمایش درآمده در این نمایشگاه در کنار هم به شکلی چیدمان شده­‌اند که صحنه­‌ای از یک تئاتر را روایت می­‌کنند. متریال­‌های مختلفی در این آثار به ­کار گرفته شده­‌اند. یکی از مجسمه­‌های این نمایشگاه از چوب ساخته شده است و برگرفته از بال­‌های دو فرشته در بنای ایاصوفیه است. من بارها طراحی این احجام را اتود زدم، ماکت ساختم و تغییر دادم. شکل به­ کارگیری متریال­‌ها در این نمایشگاه برای من بسیار مهم بود. این بال‌های فرشتگان بر روی یک سنگ بتونی قرار گرفته که خود این سنگ فرم همان صخره­‌ای است که در قبه‌الصخره در اورشلیم قرار دارد و از آن معراج اتفاق افتاده است و ارجاعاتی به داستان­‌های معراج و ارداویراف‌­نامه دارد. یک‌سری متون و فرهنگ مکاشفه­‌ای وجود دارد که ارجاعات این اثر به این متون است.

Navid azimi- Sakhteman Kandovan (13)

آثار این نمایشگاه که با هم در ارتباط هستند و دو اثر از آثار برگرفته از کتاب هفت شیپور مکاشفات یوحنی است. از سویی دیگر در کنار این آثار حجمی، صدایی در نمایشگاه طنین‌انداز است که به مانند زمزمه­‌ای مقدس و گاه هراسناک مخاطب را تحت تأثیر قرار می­‌دهد. عظیمی سجادی در این­‌باره گفت: صدایی که در نمایشگاه شنیده می‌شود، یک نویز طراحی شده است متشکل از نویزهایی که دیالوگی را بیان می­‌کند. این دیالوگ میان دو نفر رخ می­‌دهد، دیالوگی به شکل دکلمه یک متن که در درون یکدیگر تداخل پیدا می­‌کنند. این افرادی که جملاتی را برگرفته از متون مختلف دکلمه می­‌کنند به شکلی تئاترال با هم گفت­‌وگو دارند. تمام این دیالوگ­‌ها در بدنه صدا باقی می­‌مانند و فقط فرکانس­‌ها تغییر می­‌کند. ایده اصلی من برای طراحی این نویزها متوجه بادهایی است که در گذشته در معابد اولیه یونانی می­‌وزید و اصواتی را از گفت­‌وگوی میان افراد ایجاد می­‌کرد و یک زمزمه آیینی در آن فضا شکل می­‌گیرد و من به دنبال ایجاد این فضا در نمایشگاه ایسجسیس بودم. از لحاظ تکنیکی این اصوات در پی همکاری با امید بهاروند شکل گرفت و امید کار کامپوز تکنیکال آن را انجام داد.

رشته­‌های متصل در متریال به­ کار گرفته شده در آثار این نمایشگاه، همچون حلقه­‌های زنجیر متصل به دیوار و رشته­‌های پیوسته ستاره پنج پَر همان تفاسیر لغات هستند که به شکلی پیوسته در ذهن مخاطبان متن یکی در پی دیگری می­‌آید. عظیمی در این باره تصریح کرد: در بخش دیگر نمایشگاه دو ستارۀ پنج پَر بر روی دیوار قرار گرفته که این دو بر اساس برداشت مستقیم من از گنبد مسجد جامع اصفهان است. هر یک از آثار نمایشگاه ایسجسیس برگرفته از یک مکان یا رویداد مذهبی در ادیان متفاوت است.

در بخش دیگر نمایشگاه واقع در "اتاق برق" با یک اثر حجمی و یک نقاشی مواجه می­‌شویم. در طبقه پایین ساختمان کندوان، یک سطحی از بلوک‌های سیمانی کم ارزش و ارزان قیمت سیمانی وجود دارد که بر روی آن یک هرم درخشان و پُر تلألو قرار گرفته است. یک بافت روی هرم قرار دارد که این بافت پتینه شده، نشان دهنده قدیمی بودن این حجم است. بر روی این نور تجسد یافته، متصاعد شده از این هرم درخشان، چهار سردیس به رنگ سیاه قرار گرفته است. این اجسام به شکلی سیاه هستند که نور را جذب می‌­کنند و جاذب و نگهدارنده انرژی هستند. به نوعی نماد جسمی هستند که متعلق به ظلمات هستند. در اندیشه­‌های شرقی به ویژه اعتقاد به ثنویت، همیشه روشنایی و تاریکی در کنار هم می­‌آیند و همیشه حرکت از سمت تاریکی به روشنایی صورت می­‌پذیرد.

هر کدام از این سردیس­‌ها یک ارجاعاتی دارند. آنها ارجاع داده شده­‌اند به بت­‌ها، الاهه­‌ها و صنم­‌های قدیمی. اما آنها صورت­‌های گچی هستند و نماینده انسان معاصر هستند. کاسه سر این مجسمه­‌ها شبیه به گلدانی هستند که از میان آن شاخه­‌هایی بیرون آمده که آنها مهر گیاه هستند که به نوعی در فرهنگ ایرانی نشانه نوزایی و ابدیت است.

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در تنها اثر نقاشی شده در این نمایشگاه ققنوسی ترسیم شده است که سر آن متشکل از تعدادی شیپور است که نشان از ابزار نواختن سور اسرافیل و فرارسیدن آخرالزمانی است و ققنوس در دامی از سیم­‌‌های خاردار گرفتار شده است.

در مجموع استراتژی این پروژه بازآفرینی فضای چندگانه است. ایسجسیس به چندلایه بودن معانی اشاره دارد و همزمان پدیده­‌ها خودشان را از معانی­ که مخاطب تصور می­‌کند پر و خالی می­‌کند.

لازم به یادآوری است؛ نمایشگاه نوید عظیمی سجادی با عنوان "ایسِجسیس" تا 27 مهر در ساختمان کندوان ادامه دارد. ساختمان کندوان در خیابان حافظ، خیابان غزالی، شماره 17 قرار دارد.

نشانه‌های آیینی در کندوان

 

گزارش تصویری نمایشگاه نوید عظیمی سجادی در بنیاد پژمان

نشانه‌های آیینی در کندوان

۱۳۹۷/۰۷/۲۵ گزارش نمایشگاهنگارخانه های ایرانهنر جدیدویترین یک نظر بنویسید

گزارش تصویری نمایشگاه نوید عظیمی سجادی
نمایشگاه ایسِجِسیس: کنش دوم در بنیاد پژمان ساختمان کندوان

navid azimi sajadi 8

از تاریخ  ۱۳ تا ۲۷ مهر ۱۳۹۶ نمایشگاهی از نوید عظیمی سجادی در بنیاد پژمان:کندوان برگزار گردیده‌است. در یادداشتی که برای این نمایشگاه نوشته شده آمده‌است: « ایسِجِسیس: کنش دوم، پروژه ی مولتی مدیای نوید علیمی سجادی ست که از سال ۱۳۹۴ (۲۰۱۷) مشغول تولید و گسترش آن است. چیدمان  اخیر وی در بنیاد پژمان: کندوان که در هر طبقه به نمایش گذاشته شده است و در هر بخش به طوری استعاری و رمزگونه به مطالبی  چون آخرالزمان  و ابدیت اشاره دارد. هنرمند با استفاده از  مفاهیم و فرم های آیینی و در ادامه با بازنگری و بازتولید آن ها با رویکردی چند پهلو در این چیدمان و از روایت مستقیم می گریزد و به دنبال ایجاد پلکانی است که مخاطب را به طرح سوال را دارد.»

 

نوید عطیمی سجادی (متولد۱۳۶۱ – تهران) دانش آموخته ی نقاشی از دانشکده ی هنر و معماری تهران و آکادمی هنرهای زیبای رم

است. او در سال ۲۰۰۹ برنده جایزه آمادئو مودیلیانی شد و سپس در رشته ی مجسمه سازی چند رسانه ای در آکادمی هنرهای زیبای رم ادامه تحصیل داد. در سال ۲۰۱۳ او در نهمین بینال شانگهای یکی از هنرمندان مدعو بود. او هم چنین در سال ۲۰۱۸ برنده‌ی جایزه طراحی و گرافیک نهمین د بره موزهای جی. فاتوری شده‌است.

Per la sezione Grafica la giuria ha premiato Navid Azimi Sajadi con l’opera "Untitled" per la capacità di fondere con una sintesi efficace l’ideologia laica islamica, la cultura greca e latina ed elementi simbolici occidentali e di costruire un dialogo affascinante tra differenti punti di vista, che prevede l’utilizzo di un’iconografia classica collegata a riferimenti che guardano ad una conflittualità contemporanea. Menzione speciale della giuria a Marta Colombo.

VINCITORI PREMIO COMBAT PRIZE 2018

Si è conclusa sabato 14 luglio, nella meravigliosa cornice dorata della Sala degli Specchi del Museo Giovanni Fattori di Livorno, la nona edizione del PREMIO COMBAT PRIZE decretando i vincitori di quest'anno.

La giuria composta da Andrea BruciatiFrancesca BaboniLorenzo BalbiFederica ChiocchettiStefano Taddei e Walter Guadagnini, ha scelto come vincitore della sezione Pittura Caterina Silva con l'opera "Agosto" con la seguente motivazione: 
per avere realizzato un’opera visionaria e ben strutturata, dalla stesura pittorica corposa, che strizza l’occhio alle tendenze internazionali, giocata sui pieni, vuoti e capace di bilanciare i pesi tra astrattismo e figurazione, in cui la materia viene solidamente scomposta, favorendo la percezione di una perdita di senso e della liberazione dell’inconscio.
Menzione speciale della giuria a Adelisa Selimbasic.

Per la sezione Fotografia la giuria ha decretato vincitore il collettivo Discipula con l’opera "How Things Dream: Morpheus, OMA Ad 03". Discipula propone un'opera in grado di unire la riflessione sul mezzo fotografico e allo stesso tempo sull'impatto delle nuove tecnologie sulla società e sui nostri modi di vita. Il lavoro parte, infatti, da una finzione: si basa sulla presunzione di realtà della fotografia per proporre allo spettatore un'immagine credibile di un presente inesistente. Allo stesso tempo, attraverso questa finzione, mutuata anche dall'immaginario della fantascienza, evidenzia la pervasività del controllo sociale insita nell'uso e soprattutto nell'abuso dei dati da parte delle grandi industrie nate e cresciute intorno alle nuove tecnologie. Una realtà virtuale, dunque, che ha strettissimi legami con la realtà quotidiana di ognuno di noi, espressa con un linguaggio fotografico ormai giunto a una compiuta maturità.
Menzione speciale della giuria a Valentina Vannicola.

Per la sezione Grafica la giuria ha premiato Navid Azimi Sajadi con l’opera "Untitled" per la capacità di fondere con una sintesi efficace l’ideologia laica islamica, la cultura greca e latina ed elementi simbolici occidentali e di costruire un dialogo affascinante tra differenti punti di vista, che prevede l’utilizzo di un’iconografia classica collegata a riferimenti che guardano ad una conflittualità contemporanea.
Menzione speciale della giuria a Marta Colombo.

La giuria ha decretato vincitore per la sezione Scultura/Installazione Lia Cecchin con l’opera "Dada Poem (22 missed calls)" per aver coniugato nella propria opera linguaggi e forme della contemporaneità in modo efficace, ottenendo nuove narrazioni e realizzando un insieme scultoreo ibrido e camaleontico.
Menzione speciale della giuria a Penelope.

Infine per la sezione Video la giuria ha assegnato il premio a Shahar Marcus con l’opera "Homecoming artist (Dresden)" per la sua incisiva ricerca, sospesa tra linguaggi socialmente codificati che si pone come baluardo di controllo e di richiamo del singolo verso la distratta collettività, in tempi di estetica diffusa e in congiunture molto stridenti di post-politica.
Menzione speciale della giuria a Thaumatrope.

Per quanto riguarda i premi speciali, il premio “Fattori Contemporaneo”, che consiste in una personale al Museo Fattori nella programmazione 2019, viene assegnato a Ruth Berahacon la seguente motivazione: per aver saputo interpretare con la propria opera le urgenze del contemporaneo e i temi della rappresentazione artistica in modo nuovo e non scontato mostrando una solidità e diversità nella propria ricerca.

In ultimo per il nuovo premio ART TRACKER, dove quattro artisti under 35 saranno inseriti nella programmazione eventi di LUCCA ART FAIR 2019 per un nuovo progetto curatoriale, i vincitori sono: Stefano BazzanoMaddalena TesserPaolo Alberto Peroni e Francesco Levy.

 

http://www.premiocombat.it/navid-azimi-sajadi-86756

2018Drawing Room

DRAWING ROOM 21/25 FEB 2018

MADRID CIRCULO DE BELLAS ARTES

CÍRCULO DE BELLAS ARTES, Ball Room, 2nd oor, C/ Alcalá

42, 28014 Madrid (Spain)

http://drawingroom.es/en/artistas/navid-azimi-sajadi/

Navid is an iconoclast who breaks with the symbols, traditions and preconceived views of Iranian culture. Breaking the mold of these symbols until they are transformed into a Western language is the engine of his work.
The skill with which he achieves this transformation turns his works into an effective complaint of an unjust reality. The beauty of his work is effective for the rotundity of the message. It is a combative, disruptive art; almost a graphic scream that resonates in our consciences.
Bachelor of painting by the University of Art and Architecture of Tehran and with a long curricular tour in Rome, where he resides, Navid Azimi manages to pierce his critical eye on the viewer.

TRANSMOGRIFIES

TRANSMOGRIFIES

Navid Azimi Sajadi

curated by Marina Guida 

28.10.2017 |18:30-24| A01 Gallery 

Via Chiattamone 19, 80121 Napoli (NA)

 

Patternitecture

| PATTERNITECTURE event consists of an exhibition, lectures, workshop and performances |

Patternitecture event will start on 25 August 2017, at the Niavaran cultural center, Tehran, Iran, and will end on 1 September 2017. During these 8 days various art works will be showcased which explores “Patterns in the contemporary built environments of Iran”.

List of artists who contributed to the exhibitions (Alphabetically arranged by name of artist):
Arxeh studio |Davoud Assadollahvash|Behzad Atabaki |Navid Azimi Sajadi|Ali Bahmani|Pouria Bani Adam – Paniz Farrokhsiar – Amirali Zinati – Arman Najjari|Creation Habitat [MA]|Delagah Dadbeh – Sepehr Zhand|FabLab|Generative Patterns|Maliheh Haghighi – Sasha Aghababaie|Mohammadreza Ghorbani|Azadeh Hussaini|Mahsa Karimizadeh|Baharak Keshani|Habibeh Majdabadi|Shahab Mirzaian – Farzad Kafaie – Hossein Saneie|Reza Najafian ( ReNa design )|Paragen|Sharifeh Parsaie|Mohammad Sahranavard|Bita Shekari – Saiedreza Boreyri |Mir Mola Soraya|Mohammad Taraghijah|Tehran Robotic Architecture Matters [TRAM]|Tehran Urban Innovation Center |Sina Yaghoubi

Corpus, 13 artisti a Sacci Gallery

Sabato 10 giugno dalle 19 sarà inaugurata presso lo spazio espositivo Saaci/Gallery, la mostra collettiva “CORPŭS” a cura di Marina Guida, realizzata con il Matronato della Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee e con il Patrocinio del Comune di Saviano.
Da sempre il corpo è stato oggetto d’indagine e soggetto in innumerevoli rappresentazioni visive ed interrogazioni filosofiche, dai graffiti rupestri alle performances della body art, è il protagonista. Per Freud era la “scena delle pulsioni”, con Lacan diventa linguaggio, dispositivo sensoriale, che in quanto soglia di scambio con il mondo, rappresenta di fatto il canale di connessione tra l’interno e l’esterno. Nell’accezione latina il corpŭs è: corpo, individuo, persona, essere vivente, ma anche il suo opposto, cioè cadavere, corpo inanimato, oltre a materia, massa, sostanza immateriale; ma anche organismo, struttura, complesso unitario, società, classe, corporazione, unione, casta e gruppo organizzato; la medesima parola si utilizzava per indicare una raccolta di scritti, un’opera, un volume, oppure l’essenza, “la sostanza”. Intorno ai molteplici ed apparentemente discordanti significati di questa parola, gli artisti in mostra, tessono la trama delle loro riflessioni, mediante molteplici media: pittura, scultura, video, fotografia, installazione.

Peace on Paper

Contemporary Art Biennale Iran
Part 3 –  Abadan Contemporary Art Museum. Isfahan, Iran. Curated by Majid Abbasi-Farahani.
4 Dec – 3 Jan 2017
Group show
 

CICA Museum

October 14 -November 20, 2016                 
http://cicamuseum.com/artist-statement/